Visioni Riflessioni Passioni

COMMEDIE, TRAGEDIE E APOCALISSI IN CERCA DI SGUARDO

Come di consueto la rubrica “In poche righe” affronta alcuni film attraverso rapidi lampi critico-interpretativi.

FINCH

Finch: un nuovo video ci porta alla scoperta del film con Tom Hanks

Apple TV+ punta sul one man show (in tuti i sensi) di Tom Hanks, quasi ultimo uomo rimasto sulla Terra a causa delle eruzioni solari. Come un vampiro, se sta alla luce frigge. Vive con un cagnolino (cui il regista Miguel Sapochnick dedica un milione di inquadrature) e crea un simpatico robot che somiglia a quelli malinconici di Tales from the Loop. Girano sfuggendo a tempeste e minacce, ma le radiazioni hanno colpito duro il corpo dello scienziato sopravvissuto. Favola luminosa, con una star isolata e morente (quanto George Clooney in Midnight Sky: ossessione da piattaforma?) e una storia tutto sommato non banale: lasciare il mondo a un animale e un essere artificiale dopo varie lezioni di umanesimo. Produce non a caso Zemeckis: c’è aria di Cast Away.

ANTIGONE

Antigone: da settembre al cinema il film di Sophie Deraspe

Il titolo parla chiaro: è proprio l’ennesima trasposizione in versione moderna della tragedia di Sofocle. La vicenda riguarda stavolta una famiglia di rifugiati, con il Potere che ammazza e imprigiona e la giovane donna che pone un problema di leggi umane mettendo il proprio corpo a disposizione della disobbedienza civile. Inutile e ingeneroso elencare i precedenti di adattamenti ben più aggressivi e potenti (da Brecht ad Anouilh senza dimenticare modestamente la nostra Liliana Cavani con I cannibali). Certo stupisce che la forza dell’exemplum sia un po’ dispersa in un atteggiamento da cinema medio d’essai internazionale, pur sostenuto dalla sincerità di Sophie Deraspe e da Nahéma Ricci – che ha qualche tratto di Giovanna D’Arco più che di Antigone.

DAYS

Days, il nuovo dolente e lucente film del regista taiwanese Tsai Ming-liang  - Il Fatto Quotidiano

Qualche anno fa si parlava di CCC, acronimo di Cinema Contemplativo Contemporaneo. Poi la cosa si perse, forse a causa della costellazione infinita di stili, forme e narrazioni della nostra epoca del cinema digitale. Questo per dire che Tsai Ming-liang resta fedele al suo approccio CCC, e ci immerge acquosamente nella piscina tersa del suo sguardo. Rimane poco spiegabile come le inquadrature infinite, le attività umane riprese a distanza, gli incontri rari e complicati sono in lui eccezionali e in altri registi insostenibilmente pomposi. Comunque Days è struggente e magnifico: quando i due protagonisti si incontrano non importa neanche più che cinema sia, perché il corpo pretende e impone una flagranza che fa dimenticare tutto il resto.

A WHITE WHITE DAY – SEGRETI NELLA NEBBIA

TFF37 - A white white day - Segreti nella nebbia: recensione

“Non vado pazzo per il cinema di Hlynur Palmason” è una frase che farebbe ridere chiunque fuori di qui. Anche perché con questo ha fatto solo due film. Eppure, un autore islandese che ambienta una storia dark in un paesino islandese passando metà del tempo a farci vedere quanto è bianca, piatta e orizzontale l’Islanda mi insospettisce. La vicenda del vedovo che scopre a posteriori i tradimenti della moglie morta è ormai un cliché – sia chiaro, noi amiamo i cliché purché dietro la macchina da presa ci sia qualcuno che pollackianamente se ne nutre e li risputa splendidi e commoventi. C’è una bella rissa in pochi metri quadri, il che ci dice che Palmason sa il fatto suo, ma che deve probabilmente seguire quel festival-style che non (ci) lascia respiro.

MR. CORMAN

Joseph Gordon-Levitt, demoni e ossessioni di una superstar - la Repubblica

Inizialmente vai a indagare per capire se di mezzo c’è Michel Gondry. Poi no, ti convinci che la serie è interamente e integralmente frutto delle idee di Joseph Gordon-Levitt. Tra solitudine, bromance, commedia isterica e siparietti surreali e cartonati (appunto), Mr Corman (Apple TV+) funziona molto bene anche grazie all’isolamento stilistico e tematico dei singoli episodi e a un cast in palla (Debra Winger oltre qualsiasi aggettivo). Una serie senza habitat mediale, forse senza un pubblico (infatti non è stata rinnovata), eppure più corrosiva di altre – anche grazie a una torsione a metà, dove entra il Covid-19 a piè pari nella storia e funge da intensificatore della parte più paranoica del racconto. Vale una visita.