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la televisione e la crisi dei luoghi comuni

Davvero stimolante (e anche molto divertente, il che non è scontato) il nuovo numero di Link – Idee per la televisione (15 euro), intitolato Contro la TV – Venticinque miti da sfatare. Ovviamente, essendo nutrito per lo più da studiosi di media e televisione, l’indice conferma ben presto che il numero non è “contro” il linguaggio televisivo, anzi semmai lo arricchisce di letture decisamente originali.

Si parte infatti dai “miti” del titolo, ovvero luoghi comuni della teoria e della critica contemporanea che spesso – più che sottovalutare il mezzo – tendono a cercare di spiegarlo con categorie di comodo o con parole d’ordine troppo facilmente adottate dagli opinionisti meno preparati. E così, leggendo per intero il ricchissimo volume (oltre 200 pagine), ci si fa una cultura e si ripensa a tante cose che alcuni davano per scontate (la peak TV, la scomparsa del palinsesto, gli algoritmi degli OTT, la crisi della creatività, il rapporto con il populismo, la fuga dei giovani e molto altri) in verità del tutto discutibili e da ripensare con strumenti acuminati.

Soprattutto, il volume insegna – repetita iuvant – che la televisione è un territorio estremamente complesso, tanto che persino il suo statuto è oggetto di continui rimodellamenti. E che, come sempre nei media, esistono periodi anche lunghissimi di convivenza tra vecchi paradigmi e nuove forme di produzione e consumo, anche quando ci sembra che le spinte all’innovazione tecnologica prevalgano e travolgano ogni quadro pre-esistente.

Come sempre, si trova qualche materiale disponibile anche in open access sul sito di Link, dove comunque esistono anche molti contenuti originali specifici per l’online e sempre di sicuro interesse – come il recente articolo di Rocco Moccagatta in cui fa il punto su Checco Zalone, una volta finalmente spenta l’eco mediatica della sua uscita.