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PER UNA CRITICA DEL CONTEMPORANEO

L’apertura dello spazio che state generosamente leggendo segue ad alcune decisioni da parte del suo fondatore. La prima – e la più importante – è la rinuncia alla pratica più tradizionale della critica: la recensione. Dopo 8mila film recensiti (ma forse molti di più) e dopo che negli ultimi anni avevo già diradato la mia attività, mi sono accorto che a 25 anni dai miei primi articoli forse era meglio smettere prima di apparire completamente rimbambiti. In effetti, il cinema è una brutta bestia, e ora si trova sottoposto a processi di trasformazione di intensità inusitata – persino per lui, il cinema, che dalla sua nascita in fondo non ha fatto altro che trasformarsi.

La critica, come dice Romano Luperini, significa porsi anche come rappresentante di una comunità (in questo senso lettori e cinefili), cercando per loro – e non per sé – di raggiungere risultati che aspirino all’universalità. Questo ho cercato di fare per oltre 8mila volte, a volte riuscendoci, a volte meno. Eppure, questo ruolo del critico – a parte alcune lodevoli eccezioni – mi pare tramontato, non per combustione spontanea ma per assenza di domanda. Il critico/recensore, al momento, sembra più che altro una porzione di qualcosa di più misurabile (e misurato anche in modo percentuale) che si può definire opinione critica generale sul film. Tutte cose fantastiche da studiare per chi, come me, fa anche lo storico e il metodologo della critica, un po’ meno fantastiche da praticare.

Un’altra cosa che ho cercato di fare è ibridare la critica con il sapere accademico. Non ho mai pensato che la mia attività critica potesse essere indipendente dalla mia attività di studioso (forse il contrario sì, talvolta in modo doveroso e rigoroso, ma anche qui con molte sovrapposizioni). La fortuna di poter fare entrambi i mestieri è stata ed è impagabile.

Ora, nel sito che porta il mio nome, cercherò di portare il fortunato connubio in altre direzioni. Cercherò di accettare la critica come stato gassoso. Citando la Treccani: “Lo stato gassoso, come ogni altro stato di aggregazione, dipende dalle condizioni di temperatura e pressione, e non è caratteristico di determinate sostanze: dicendo che una sostanza, per es. l’aria, è un gas, si vuol solo dire che essa è tale nelle ordinarie condizioni di temperatura e di pressione, variando le quali può invece presentarsi come un liquido o anche come un solido”. La critica, nella mia idea, ha ormai le stesse caratteristiche di imprendibilità, mobilità, contorni sfumati, imprecisi dei gas. Talvolta si liquefà o solidifica, altre volte somiglia di più all’impalpabile degli ecosistemi mediali di cui fa parte, ancora più de-materializzata dalla crisi della carta e dalla presenza pervasiva sul web.

Ci si occupa di film, ma anche di serie TV, di prodotti audiovisivi della più svariata specie e di oggetti cui talvolta non abbiamo ancora dato un nome. La curiosità critica mi porterà dunque a parlare di tutto ciò, in maniera appunto gassosa, o come un palombaro che osserva una morfologia dei mari sempre in mutamento e sempre più complessa. Insomma, bisogna sciogliersi volontariamente nello stato gassoso e divertirsi – culturalmente – attraverso questa stessa atomizzazione estrema.

Se tutto questo appare fumoso (ancora!), nessun allarme. Gran parte dell’attività del sito consisterà nell’offrire letture, notizie, rimandi e informazioni, come una piccola piattaforma informativa. Di questo potete leggere nell’about.

Un’ultima annotazione. I pochi irriducibili che mi seguivano su roymenarini.com sappiano che quel sito va considerato terminato e che il suo archivio verrà tenuto in vita.

Buona lettura.