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un divano e una risata: la sitcom

Non mi viene in mente un genere televisivo più indicato della sitcom per gli spettatori che cercano nell’evasione narrativa un antidoto alla quarantena e alle preoccupazioni per la crisi sanitaria ed economica. Già, ma che cosa intendiamo con sitcom? Si tratta di un genere al tempo stesso riconoscibilissimo e difficile da normare. Per entrarci, senza sensi di colpa, c’è adesso il bel volume di Luca Barra, La sitcom. Genere, evoluzione, prospettive.

Il primo effetto, nel leggere il volume (edito da Carocci, 15 euro), molto dettagliato e informato, è di rendersi conto con sorpresa di quante sitcom si sono viste nella vita senza talvolta nemmeno essersene accorti (si fa per dire, ovviamente) o aver pensato di catalogarle. Potremmo persino dire che per molte persone la propria esistenza potrebbe essere riassunta per capitoli attraverso le sitcom più celebri di ogni periodo vissuto.

Come si diceva, però, le cose non sono così semplici. E, tolto l’effetto nostalgia del rivedere Friends o Mary Tyler Moore, rimane un continente gigantesco, spesso considerato alla stregua di un volgare riempitivo (indicative le parole dei critici italiani all’epoca dell’arrivo delle sitcom nei nostri palinsesti, riportate da Barra), spesso privo di particolari valori linguistici o di evidenti tratti artistici, su cui la sottovalutazione analitica ha prodotto una scarsa considerazione e una ancora più scarsa letteratura.

Il volume (da I Love Lucy a Big Bang Theory, per citare due estremi celebri) prende in considerazione tutti gli aspetti connessi, coinvolgendo studi sulla produzione e ricostruzioni storiche, riflessioni sulla distribuzione e analisi delle trasformazioni narrative, attenzione agli adattamenti culturali e persino (lo si dice con ironia) un immeritato quanto affidabile bilancio del catastrofico tentativo di fare sitcom nazionali. Manca forse una riconsiderazione più profonda sui debiti della comedy e della sitcom verso le forme screwball della commedia cinematografica hollywoodiana, ma non era questo l’obiettivo del volume, concentrato sull’evoluzione del genere nel mezzo televisivo (la cui natura è a sua volta segnata e “stressata” dalla presenza della sitcom come genere onnipresente).